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Descrizione

Oratorio della SS. Trinità

Prende il nome da una confraternita che operò fino al XX secolo. Attualmente l’Oratorio, è usato soprattutto con scopo ricreativo-culturale, come ambiente per ospitare mostre e manifestazioni varie. Si trova di fronte al palazzo del Comune, la sua struttura frontale, che oggi si presenta a noi nella sua ridipintura in monocromo bianco, è assolutamente sobria. In realtà tutta l’importanza dell’edificio stava proprio nell’eleganza architettonica della facciata, sulla quale si apriva un portico a tre arcate, studiato come scenario qualificante dello spazio antistante. Nel 1829, per la necessità di aumentare la capienza della chiesa, il portico fu chiuso e fu aggiunta una campata all’aula dell’edificio, inoltre venne decorato pittoricamente il paramento della facciata. Nel 1840 fu elevato e ingrandito il campanile. L’ingresso, di non grandi dimensioni, è a una sola navata terminante in un coro rettangolare. Le pareti, intonacate a colori chiari, sono scandite da paraste in lieve aggetto; nella seconda campata si aprono due nicchie, una destra e una a sinistra che ospitano in grandi gruppi in gesso dell’Annunciazione e della SS. Trinità. Gli arredi sopravvissuti sono pochi, in realtà la posizione privilegiata dell’edificio non corrispose mai ad una adeguata ricchezza decorativa, di mobilio e suppellettili.

Troneggia nell’aula l’altare maggiore, in stucco modellato e dipinto. Sopra di esso si eleva una grande teca per crocifisso in legno, chiusa da una vetrata quadrettata e dipinta sul fondale con un paesaggio. All’interno della sacrestia rimane un bel mobile in legno di abete intagliato, composto da un cassettone centrale con alzata, affiancato da due armadi. Un oggetto interessante che rimane custodito nell’oratorio è lo stendardo della confraternita.



Cappella di Sant’Antonio

Entro la cinta muraria, sul piazzale antistante l’entrata del castello, c’è una piccola chiesa dedicata a Sant’Antonio una tra le più antiche del Monferrato.
L’edificio ha una pianta rettangolare con facciata a capanna e abside quadrangolare, l’interno è totalmente sguarnito d’arredi, è a navata unica con soffitto a capriate. L’aspetto di cui oggi si presenta è dovuto al restauro degli anni sessanta deciso dalle figlie del Marchese Giacomo Pallavicino con l’intervento della Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte, che ha riportato la chiesa alla sua forma primitiva e messo in luce i mutamenti subiti durante i secoli.



La Chiesa dell’Assunta

Madonna della Villa è una frazione di Carpeneto che dista circa 2 Km dal paese.
E’ un piccolo borgo abitato che al suo centro presenta la chiesa dell’Assunta.
La struttura esterna della chiesa risulta complessa e difficilmente decifrabile, in quanto è il risultato, avvenuto nel tempo dell’accorpamento di edifici diversi.
La facciata, appena ridipinta, mette in evidenza la disorganicità della costruzione essendo composta da un corpo centrale, culminante nel timpano, e da un’ala che corrisponde alla navata sinistra, coperta a spiovente, non equilibrata sul lato opposto da una navata di destra. Sulla facciata, scandita da elementi classicheggianti, emerge il bel portale settecentesco in noce intagliato, e il novecentesco dipinto dell’Assunzione della Vergine, a cui è dedicata la chiesa. L’ interno è a doppia navata, una principale, originale e nuova, a sinistra, più bassa, coperte con volte a botte. La decorazione pittorica che riveste il soffitto e in parte le pareti fu eseguita da Clemente Salsa, pittore di Serravalle Scrivia, in stile baroccheggiante. In fondo alla navata sinistra vi è l’altare del Sacro Cuore. Di forte impatto è l’altare maggiore, nell’insieme ricco e imponente, eseguito in stucco modellato e dipinto con grande varietà di finti marmi.
Dietro l’altare vi è un piccolo coro quadrato occupato da pochi scanni e dominato da un’esuberante decorazione bareocca. Al centro della parete, in una nicchia profonda, si trova l’antico affresco della Madonna col Bambino, contornato dalle grandi statue settecentesche dell’Assunta, si San Giuseppe e di San Fermo.
Sopra l’altare all’inizio del ‘700 era sospeso un grande crocifisso “assai bello”, sormontato da un baldacchino che contornava tutto l’altare. Un’altra opera interessante è il dipinto, collocato al fondo della navata sinistra raffigurante San Domenico in un’insolita iconografia carica di drammaticità che propone sinteticamente quella che fu la lotta instancabile del santo spagnolo, contro il male e contro l’eresia nel mondo, cercandone la salvezza nella dottrina e nella carità.



Cappella di San Bovo

La cappella, situata alle porte meridionali del paese, ha un corpo semplice, a pianta rettangolare, posto su un piano rialzato rispetto al livello della strada, La facciata a capanna è caratterizzata dalla disposizione simmetrica delle aperture: due finestre rettangolari a lato del portone e una “serliana” sopra ad esso. Un piccolo campanile in mattoni si erge sul lato destro dello spiovente. Quadro e cornice sono le uniche opere che rimangono di quell’epoca come Il dipinto, che sovrasta l’altare, rappresenta una grande figura di San Bovo a cavallo.



Cappella Sant’Alberto

Costruita con blocchi di arenaria e laterizi, oggi totalmente celati sotto l’intonaco, in seguito al recente restauro (1996), ha pianta rettangolare con abside semicircolare e facciata a capanna, dominata dal campanile. Sopra il portale, si apre un piccolo rosone a stella lobata, ravvivato in seguito al restauro da spicchi di vetro policromo. Le pareti laterali presentano doppie finestre ad oblò. L’interno della cappella, visibile solamente in particolari occasioni, è ad aula unica e si mostra quasi totalmente sguarnito di arredi; superstiti della sua “movimentata” storia rimangono l’ottocentesco altare in muratura con tabernacolo in legno dipinto e il grande quadro soprastante, in cui è rappresentata La Sacra Famiglia e i Santi Alberto e Defendente.



Cappela di San Giorgio

La cappella di S. Giorgio domina sull’attuale cimitero di Carpeneto. Fresca di recentissimo restauro, è costruita in laterizio e mostra in alcuni punti, delle zone intonacate. Strutturalmente presenta caratteristiche prevalentemente cinquecentesche, con pronao a tre arcate e facciata a capanna sormontata da un piccolo campanile, ma l’origine è molto più remota. Un’altra immagine di S. Giorgio, probabilmente dipinta alla fine del 1600, si scorge, terribilmente sbiadita, sopra il portale. L’interno della chiesa, a navata unica, ha forma rettangolare coperta da volta a botte. Le pareti oggi intonacate con colori chiari, senza ornamenti, un tempo probabilmente erano decorate con affreschi, L’abside quadrangolare contiene un semplice altare, di carattere secentesco, in muratura sormontato da un’ancona a due colonne e timpano ad arco spezzato, in cui era inserito il dipinto trafugato. La chiesa viene aperta solamente il giorno di San Giorgio (23 aprile) quando con la processione si arriva a onorare il santo patrono.

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