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Paolo Zerbino
Paolo Zerbino
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Elementi per una biografia politica di Paolo Zerbino
“Un bambino serio, riservato”, Valerio Paolo Natale nasce da Emilia Traverso e Sebastiano Zerbino (1869-1956) il 28 gennaio 1905.
Il padre lavorava nella bottega da fabbro e la famiglia gestiva un ristorante e albergo, “Il Bue Rosso”.
Studiò agraria in Toscana alloggiando presso lo zio materno. Risiedette per molti anni in Toscana tornando a Carpeneto per far visita ai genitori fino a che non si trasferirono a Genova.
Entrò in politica seguendo gli ideali del partito fascista. Laureatosi all’ Università di Pisa si trasferì in Africa Settentrionale (Tripolitania) occupandosi della conduzione di alcune grandi aziende.
Rientrato in Italia si dedicò alla vita politica, percorrendo una brillante carriera.
Il 28 novembre 1935 venne nominato federale di Vercelli. In seguito all’ introduzione delle leggi razziali antisemite del 1938 “La Provincia di Vercelli” lanciò una campagna razzista contro gli ebrei: la comunità cittadina contava all’ incirca 150 unità.
Il 27 febbraio 1940 Zerbino ebbe la nomina a federale di Alessandria.
Nel giugno 1941 venne nominato prefetto della nuova provincia di Spalato: indirizzò i suoi sforzi nel potenziamento dell’ industria e nello sfruttamento delle materie prime.
Nell’ ottobre 1943 risultava fra i primi diciotto “Capi di provincia” della neonata Repubblica Sociale Italiana. Si stabilì presso il Palazzo
del Governo di Torino.
Dal gennaio 1944 fu un possibile successore del Ministro degli Interni.
Proteste e scioperi si susseguirono a Torino nel marzo 1944 con Mirafiori in testa; il primo Comitato d’ agitazione attaccò direttamente Zerbino che il mese successivo assunse la carica di sottosegretario agli Interni. Ad ottobre vi fu un tentativo di attacco partigiano nella sua villa di Cadenabbia presso Como.
Si impegnò saldamente nella riconquista di Alba conquistata dai partigiani il 10 ottobre; il 2 novembre alle ore 16.00 Zerbino entrò trionfalmente in città con un corteo di gerarchi.
Venne nominato Ministro degli Interni e rimase al fianco del Duce fino all’ ultimo giorno.
Bloccato a Dongo insieme ad altri gerarchi, venne fucilato ed il suo corpo esposto in Piazzale Loreto insieme a quello di Mussolini.
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